La foto di repertorio ha unicamente lo scopo di introdurre l'argomento
I nostri collaboratori sono proprio bravi. Leggete questa intervista realizzata da Giorgio Pisano è apparsa sul numero di sabato scorso sul quotidiano "L'UNIONE SARDA" e fate le vostre deduzioni.
http://unionesarda.itCOME MANIPOLARE CUORI E CERVELLI: MANUALE PER ASPIRANTI DITTATORI.
di GIORGIO PISANO
Ci osserva, ci studia, ci spia. Registra desideri, simpatie e antipatie politiche, intuisce frustrazioni, speranze e schieramenti. Poi decide se è il caso di intervenire: cambiandoci il cervello.
Si chiama demodoxalogia. Francesco Bergamo, uno dei massimi esperti italiani del ramo, la definisce «una disciplina che insegna a capire l'opinione pubblica, indirizzarla e controllarla». Ammette che può «essere pericolosa: in mano a un potenziale dittatore dei nostri tempi farebbe sfracelli». Non a caso se ne servono i servizi segreti di tutto il mondo, gli strateghi della guerra. E quelli delle comunicazioni di massa.
Nata quasi un secolo fa, la demodoxalogia è ritornata dopo un lungo periodo di silenzio nelle aule universitarie. Non va confusa con i sondaggi d'opinione, le campionature o i microreferendum che riempiono giornali e televisioni. È qualcosa di più approfondito e, per molti versi, più inquietante. Basti dire che richiede caratteristiche molto particolari a chi vuole imparare l'abicì di una tecnica che può portare molto lontano. Nel bene e nel male.
Quarantacinque anni, una figlia, pendolare a tempo pieno fra Venezia e il resto del Paese, Francesco Bergamo tiene molto a precisare che dietro questa disciplina non c'è niente di esoterico: la massoneria, detto più brutalmente, non c'entra. Giornalista al seguito delle Forze armate in missione all'estero, addetto stampa di diverse aziende e società (compresa quella che raccoglie gli italiani col più alto quoziente intellettivo), ha perfezionato il “metodo inde” ossia la lettura trasversale dei telegiornali: capire, e non solo, perché vanno in onda certe notizie e altre invece no. Ma soprattutto rilevare l'andamento generale della popolazione, le pulsioni collettive, finalità recondite di certe battaglie civili, analisi di leadership nascenti. In parole povere, la demodoxalogia vive in mezzo a noi ma non siamo in grado di accorgercene. È uno strumento capace di farci mutare rotta, condizionare scelte e opinioni. Una sorta di microscopio, insomma, che ci tiene costantemente sotto osservazione, quasi fossimo farfalle da collezione. «In determinate occasioni può servire ad abbindolare l'opinione pubblica».
Direttore di una piccola (e storica) agenzia di stampa a Roma, appassionato di rugby, Bergamo racconta una “febbre” iniziata per caso. Nel Duemila lo ha folgorato la partecipazione a un convegno in cui si spiegava come si forma e si manovra l'opinione pubblica, tema che ha finito per diventare la ragione della sua vita. Negli anni ha contribuito ad allargare il raggio d'azione dell'intelligence militare e civile dimostrando che vi sono molte fonti aperte (quotidiani e tivù) da dove si possono raccogliere informazioni preziose in vista di grandi manovre sulla testa e il cuore della gente. Su questo argomento ha scritto un articolo su “Pagine di Difesa” che risulta il più cliccato in assoluto, più letto perfino di quelli che compaiono sul sito ufficiale dei Servizi segreti.
Ce n'è quanto basta per cercare di saperne di più. Bergamo, che immagina quali siano curiosità e timori dell'uomo della strada, non aspetta altro. «Per sgombrare il campo da sospetti, bugie e illazioni».
Cos'è davvero la demodoxalogia?
«La scienza che studia l'opinione pubblica e i suoi messaggi. È nata nel '28 a Perugia dal genio del professor Paolo Orano. La demodoxalogia (dal greco demo, doxa, logos) significa “discorso sopra il popolo”. Fu insegnata all'Università Pro Deo che oggi si chiama Luiss. È sopravvissuta grazie a poche persone. In quanto scienza fascista scomparve perché scomoda e pericolosa».
Chi se ne serve?
«Durante il Ventennio monitorava la pubblica opinione. Ora va per la maggiore, presso i servizi segreti, la versione militare Nato. In ambito civile viene usata da chi si occupa di relazioni esterne, addetti stampa e giornalisti. I demodoxaloghi se ne servono per lo studio della pubblica opinione».
Perché è un'arma dei servizi segreti?
«Perché è potente e comoda. Per Henry Truman i segreti erano quasi sempre pubblicati dai giornali. I Servizi passano il tempo a leggere e parlare, ecco perché è usata. È la più veloce per avere informazioni a basso costo e rischio. In inglese si chiama Osint (Open sources intelligence) ma la scuola italiana è più avanti perché applica una metodologia speciale e usa formule particolari per rilevare la pubblica opinione».
Quale margine di precisione può avere?
«La precisione sta nel capire la tendenza di un movimento sul nascere o sui nuovi bisogni della gente. Indica la direzione più probabile».
Chi se ne è servito per la prima volta in Italia?
«Un cultore fu il generale di Corpo d'armata Adriano Magi-Braschi. Se ne serviva per lavoro, per capire gli sviluppi potenziali dell'opinione pubblica. Lavorava al Sifar del generale De Lorenzo e questo spiega molto. Credo sia stato il primo ad usarla nel dopoguerra. Poi è calato un velo di silenzio che ha avvolto tutto e tutti».
Un clamoroso errore?
«Dal punto di vista scientifico, l'ha commesso un demodoxalogo quando, nella foga di esplicitare una formula che evidenziasse la stretta correlazione tra territorio, popolazione, risorse naturali ed umane, si perse nel ragionamento geometrico nell'accostarla al teorema di Euclide. Paragone assolutamente fuori luogo, infondato e privo di argomentazioni».
Un successo.
«Quello nelle politiche del 1968 con la rielezione del deputato liberale Massimo Alesi che aumentò i consensi elettorali, rispetto alla precedente elezione avvenuta con i resti, mentre il partito in tutta Italia perse voti e parlamentari. Dal punto di vista scientifico si registrano continue conferme alle linee di tendenza rilevate col metodo inde . A riprova che non siamo di fronte a una teoria campata per aria».
In sostanza, la demodoxalogia controlla le pulsioni dell'uomo-massa.
«Le pulsioni dell'uomo-massa non hanno scampo! Ecco perché solo a poche persone di fiducia e comprovata onestà intellettuale viene insegnata completamente. Avere le chiavi di accesso al controllo delle masse è una questione seria e delicata. La demodoxalogia evidenzia i bisogni e li indirizza, ma può anche contrastare campagne stampa avversarie. Una persona smaliziata potrebbe davvero creare danni seri».
Sembra una definizione di setta.
«Ma non lo siamo neppure lontanamente. Nessun esoterismo, nessun test d'accoglienza ma solo lunghe chiacchierate per conoscere a fondo il potenziale studente».
Può avere una funzione da Grande Fratello.
«Grande Fratello? Non sarà quello della Marcuzzi, vero? Guardi, attualmente ci sono 300 società nel mondo che controllano l'informazione e quattro agenzie in particolare lanciano l'80 per cento delle notizie che arrivano ai giornali. Credo ci sia una famiglia di grandi fratelli . Per non farsi condizionare, il lettore deve solo porsi sempre due semplici domande: perché succede questo ora? Chi ci guadagna? Il ragionamento critico poi camminerà con le sue gambe».
Può servire per combattere una guerra sporca?
«Sì. Le operazioni militari vengono preparate mediaticamente sia per giustificare i costi con l'opinione pubblica interna, sia all'estero per plasmare la gente comune sulla bontà della causa. Questi complicati meccanismi sono impostati prima, supportati durante e mantenuti dopo. Inoltre, la guerra è disinformazione e vince chi depista o intossica di più l'avversario».
Quali sono i vantaggi militari della demodoxalogia?
«Ha lo strategico vantaggio che un uomo solo può controllare molti dati. Nei Servizi le attività sono compartimentate per tipologia: spionaggio da fonti umane, fonti aperte, elettronico, eccetera. La demodoxalogia ne racchiude diverse: è questa la vera forza della scuola di pensiero italiana».
Vantaggi civili e politici per chi governa?
«Capire i veri bisogni e le aspirazioni del popolo. Chi governa è spesso circondato dagli adulatori che per tornaconto deformano la realtà. Ascoltarli è un suicidio. La demodoxalogia scatta la radiografia quanto più esatta possibile della situazione consentendo di governare bene col conforto di informazioni corrette e genuine».
Qual è la differenza rispetto a un sondaggio basato su campionatura?
«In un sondaggio la campionatura, per quanto affinata per numero di campioni e stratificazione, non coglie i trend che affiorano da determinate categorie. Col metodo inde si rilevano i picchi statistici e le tendenze in atto: quelle che diverranno vera e propria opinione di quel pubblico in esame. È un metodo veloce e di basso costo in quanto non interpella campioni estratti da un universo generico ma quello che in demodoxalogia definiamo come leader (cioè portatore e creatore dell'opinione espressa da un singolo agglomerato umano definito pubblico secondo particolari nostri canoni)».
C'è stato un battesimo di fuoco?
«Facevo l'addetto stampa per un ente e volevo migliorare la mia formazione professionale. Per pura curiosità ho messo il naso in un convegno dove si parlava dell'opinione pubblica, della sua capacità - più o meno consapevole - di inviare messaggi e farsi indirizzare. In questo modo ho scoperto la demodoxalogia. Sulle prime ero un po' scettico ma alla fine ho dovuto arrendermi all'evidenza. Per un addetto stampa è importante capire bene la gente comune e io cercavo esattamente questo. Credo che l'opinione pubblica stia all'addetto stampa come l'ossigeno sta all'uomo. L'addetto stampa non deve scrivere molto e bene, ma scrivere poco e penetrare a fondo l'area popolare a cui intende rivolgersi. In sostanza deve sempre avere presente a quale pubblico si sta rivolgendo. Non solo: deve conoscerlo a fondo, studiarne l'orientamento e le possibili reazioni».
Di demodoxalogia non si parla più.
«Per scelta. Vede, essendo una scienza scomoda, fascista e anche golpista (Magi-Braschi fu implicato nel golpe Solo) i miei predecessori decisero di tenere un profilo basso. Il difficile apprendimento e il lungo apprendistato fanno il resto. Ultimamente sta risorgendo perché i 24 studiosi della Sidd (una società che si occupa della divulgazione della materia) stanno lavorando bene. Oggi c'è un interesse nuovo, tanto che il professor Arduino Paniccia ha bruciato tutti sul tempo con una lezione di demodoxalogia al corso di Studi strategici ed Economia internazionale all'Università di Trieste. È stata la prima lezione in un ateneo italiano dopo un periodo di assenza di quasi 25 anni».
Al di fuori della rete di intelligence, dove può essere utilizzata?
«Giornalismo, uffici stampa e pubbliche relazioni. Ecco un esempio: il piccolo industriale non può permettersi una struttura complessa di comunicazione e stampa e proprio per questo si rivolge a società specifiche. Con la demodoxalogia avrebbe in una botta sola il valore aggiunto: mansioni standard più analisi della pubblica opinione e del mercato. Insomma, potrebbe dotarsi di una sola persona che svolga contemporaneamente ufficio stampa, comunicazione e intelligence economica. Questa ultima inoltre assolutamente legale perché le informazioni verrebbero estratte da fonti aperte, cioè giornali, radio, internet e televisione. Credo che nessuno vada in galera per aver letto i giornali, no?»
pisano@unionesarda.it
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