We have a dream. È questo il nome che campeggia sul muso del KC762 dell’AM
che ci ha condotto da Pratica di Mare via Alghero qui ad Abu Dhabi (U.A.E.)
presso la base italiana dell’AM Task
Force Air, situata in una zona appartata dell’aeroporto di Al Bateen. Rispetto al caldo
torrido della scorsa estate c’è un clima mite e piacevole, si potrebbe dormire
sulla branda all’aperto come avevamo già fatto esattamente un anno fa durante
una nostra precedente missione nei giorni precedenti il Natale. Proprio oggi è
stata però inaugurata una nuova struttura ricettiva della base dove è possibile
riposare su brande da campo e connettersi alla linea wifi della base, in un
ambiente pulito, climatizzato e confortevole. Dopo aver consumato il
cestino della cena ne abbiamo approfittato subito per organizzare le
attrezzature e soprattutto per inviare questo
primo post.
Una necessità questo allargamento delle strutture logistiche
della base dovuta proprio all’entrata in linea del KC767, come ci spiega il
colonnello dell’AM Luca Spuntoni comandante questa struttura di grande importanza
strategica per la Missione italiana in Afghanistan. Il KC767 oltre a svolgere
la sua attività primaria di cisterna volante, in grado di rifornire in volo
contemporaneamente sino a tre velivoli di qualsiasi tipo in dotazione alla NATO, può trasportare 200 militari con
un comfort sicuramente maggiore dei charter che normalmente venivano usati in
precedenza che, oltre ad uno scalo intermedio Al Cairo, potevano ospitare solo 130 soldati in sedili stetti e scomodi. Anche il cibo che viene fornito a bordo del
KC767 è di ottima qualità e sicuramente superiore a quello del charter.
Domani mattina dopo la colazione ci imbarcheremo su due
C130J e compiremo la tratta Al Bateen Herat. Sarà un volo tattico, con tutti i
sistemi di autodifesa degli aerei in posizione “ON” per assicurare la massima
sicurezza a passeggeri e velivoli. Tre ore e mezzo e forse quattro di volo nel
“non comfort” nella spigolosa stiva
dell’ultima versione dell’aereo da trasporto tattico della Lockeed che da oltre
50 anni, con le linee di produzione perennemente aperte, continua a fare la
storia del trasporto militare tattico.
I KC767, entrati in servizio da pochi mesi, potrebbero
volare non stop dall’Italia sino ad Herat ma probabilmente non hanno ancora
completato la validazione dei complessi sistemi di protezione passiva oppure
per vari motivi lo SMD ha giustamente preferito dividere il viaggio in due
tratte conservando e rinforzando la base logistica di Al Bateen, praticamente
addossata all’Afghanistan e, come qualche “cattivello” dice maliziosamente, non
solo all’Afghanistan.
La base di Task Force Air di Al Bateen è infatti il centro nevralgico da cui viene alimentata via
aria la catena logistica del nostro
contingente presso il RC-W con sede ad Herat, dove operano circa 4000 soldati italiani ed altrettanti di
diverse altre nazioni tra cui americani, spagnoli, albanesi e lituani che sotto
il comando italiano assicurano, in un territorio di circa 50 mila kmq, l’attuazione
dei tre punti di programma richiesti
dall’ONU alla NATO che governa la coalizione ISAF: sicurezza, governabilità, ricostruzione. Un programma
dell’intera comunità internazionale per far uscire un paese come l’Afghanistan,
affascinante quanto disperato, dalla spirale della violenza e della guerra. In questo
scenario l’Italia svolge ormai da anni un ruolo primario di grande responsabilità e prestigio anche attraverso l’impegno non
indifferente della nostra Aeronautica Militare che opera anche tramite questa
base.
Domani, lo skyline dei ricchi palazzi tecnologici che circonda
l’aeroporto di Abu Dhabi sarà l’ultimo simbolo della civiltà occidentale, così come
viene generalmente intesa soprattutto qui nei ricchi emirati arabi, che ci
porteremo con noi prima di entrare nella complessa e rischiosa dimensione
afghana. Inviato questo primo post, prima di stenderci in branda (è incredibile
quanto sia comoda una branda da campo quando si è stanchi) insieme al mio amico
e compagno “d’avventure” Giuseppe Lami compiremo il rito del mezzo toscano di
fine giornata. Una birra ghiacciata o un bicchiere di vino per quanto desiderati
sono ormai solo un ricordo lontano, molto lontano anche dai ricchi e pur vicini
palazzi dello skyline di Abu Dhabi. (a.t.)
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