domenica 4 dicembre 2011

“WE AHAVE A DREAM"



We have a dream. È questo il nome che campeggia sul muso del KC762 dell’AM che ci ha condotto da Pratica di Mare via Alghero qui ad Abu Dhabi (U.A.E.) presso la base italiana dell’AM  Task Force Air, situata in una zona appartata  dell’aeroporto di Al Bateen. Rispetto al caldo torrido della scorsa estate c’è un clima mite e piacevole, si potrebbe dormire sulla branda all’aperto come avevamo già fatto esattamente un anno fa durante una nostra precedente missione nei giorni precedenti il Natale. Proprio oggi è stata però inaugurata una nuova struttura ricettiva della base dove è possibile riposare su brande da campo e connettersi alla linea wifi della base, in un ambiente pulito,  climatizzato  e confortevole. Dopo aver consumato il cestino della cena ne abbiamo approfittato subito per organizzare le attrezzature e soprattutto per  inviare questo primo post.
Una necessità questo allargamento delle strutture logistiche della base dovuta proprio all’entrata in linea del KC767, come ci spiega il colonnello dell’AM Luca Spuntoni comandante questa struttura di grande importanza strategica per la Missione italiana in Afghanistan. Il KC767 oltre a svolgere la sua attività primaria di cisterna volante, in grado di rifornire in volo contemporaneamente sino a tre velivoli di qualsiasi tipo in dotazione  alla NATO, può trasportare 200 militari con un comfort sicuramente maggiore dei charter che normalmente venivano usati in precedenza che, oltre ad uno scalo intermedio Al Cairo,   potevano ospitare solo 130  soldati in sedili stetti e scomodi.  Anche il cibo che viene fornito a bordo del KC767 è di ottima qualità e sicuramente superiore a quello del charter.
Domani mattina dopo la colazione ci imbarcheremo su due C130J e compiremo la tratta Al Bateen Herat. Sarà un volo tattico, con tutti i sistemi di autodifesa degli aerei in posizione “ON” per assicurare la massima sicurezza a passeggeri e velivoli. Tre ore e mezzo e forse quattro di volo nel “non comfort” nella spigolosa  stiva dell’ultima versione dell’aereo da trasporto tattico della Lockeed che da oltre 50 anni, con le linee di produzione perennemente aperte, continua a fare la storia del trasporto militare tattico. 
I KC767, entrati in servizio da pochi mesi, potrebbero volare non stop dall’Italia sino ad Herat ma probabilmente non hanno ancora completato la validazione dei complessi sistemi di protezione passiva oppure per vari motivi lo SMD ha giustamente preferito dividere il viaggio in due tratte conservando e rinforzando la base logistica di Al Bateen, praticamente addossata all’Afghanistan e, come qualche “cattivello” dice maliziosamente, non solo  all’Afghanistan.
La base di Task Force Air di Al Bateen è infatti il centro  nevralgico da cui viene alimentata via aria  la catena logistica del nostro contingente presso il RC-W con sede ad Herat, dove operano circa  4000 soldati italiani ed altrettanti di diverse altre nazioni tra cui americani, spagnoli, albanesi e lituani che sotto il comando italiano assicurano, in un territorio di circa 50 mila kmq, l’attuazione dei tre punti di programma  richiesti dall’ONU alla NATO che governa la coalizione ISAF: sicurezza,  governabilità, ricostruzione. Un programma dell’intera comunità internazionale per far uscire un paese come l’Afghanistan, affascinante quanto disperato, dalla spirale della violenza e della guerra. In questo scenario l’Italia svolge ormai da anni un ruolo primario  di grande responsabilità  e prestigio anche attraverso l’impegno non indifferente della nostra Aeronautica Militare che opera anche tramite questa base.
Domani, lo skyline dei ricchi palazzi tecnologici che circonda l’aeroporto di Abu Dhabi sarà l’ultimo simbolo della civiltà occidentale, così come viene generalmente intesa soprattutto qui nei ricchi emirati arabi, che ci porteremo con noi prima di entrare nella complessa e rischiosa dimensione afghana. Inviato questo primo post, prima di stenderci in branda (è incredibile quanto sia comoda una branda da campo quando si è stanchi) insieme al mio amico e compagno “d’avventure” Giuseppe Lami compiremo il rito del mezzo toscano di fine giornata. Una birra ghiacciata o un bicchiere di vino per quanto desiderati sono ormai solo un ricordo lontano, molto lontano anche dai ricchi e pur vicini palazzi dello skyline di Abu Dhabi. (a.t.)

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