IL MIO AMICO GIUSEPPE. FOTOREPORTER.
Conquistare un amico e poi non deludere o restare delusi da
questa conquista non è proprio una cosa semplice, l’amicizia coinvolge
infatti una gran quantità di sentimenti, la propria cultura, la propria
educazione e tutti gli aspetti del proprio carattere.
Conquistare un nuovo amico è molto difficile, perderne uno anche di vecchia data è facilissimo.
Basta passare insieme una settimana bianca o fare un’escursione in
montagna durante una bella giornata che si trasforma in un temporale o
una crociera su una barca.
Più la barca è piccola più l’amicizia viene messa a dura prova.
Un altro modo sicuro per rompere un’amicizia è dividere una missione
professionale in “prima linea” dove non si ha troppo tempo per
dissertare di filosofia, parlare di donne, di cinema, guardare il
paesaggio o raccogliere margherite perché si è distratti dal fatto che
qualche fetentone potrebbe decidere di trasformarti, tuo malgrado, in un
bersaglio mobile per soddisfare le sue smanie guerriero-religiose.
Una missione professionale in “prima linea” è insomma la prova del
fuoco per saldare o distruggere un’amicizia, come ben sanno i nostri
ragazzi e le nostre ragazze in uniforme che hanno convissuto esperienze
in Afghanistan, a volte terribili, e chiamano i loro compagni e le
loro compagne d’armi fratelli o sorelle.
Io ho conosciuto il
fotografo Giuseppe Lami lo scorso dicembre su un C130 in volo da Al
Bateen ad Herat ed insieme abbiamo diviso, per puro caso, esperienze,
rischi ed emozioni durante due settimane “in prima linea” inseriti nel
contingente italiano.
Poi abbiamo lavorato insieme in Kosovo
ed organizzato un’altra missione di un mese in Afghanistan. Ora ci stiamo
tornando insieme per la terza volta.
Durante la precedente missione
l’avevo pure coinvolto in un’avventura editoriale poi risultata farlocca
sotto vari aspetti, però adesso siamo ancora qui, in Afghanistan a
lavorare insieme.
L’amicizia è un sentimento importante nella
vita di un essere umano, come lo è l’amore per i genitori, per la
propria donna e quello per i propri figli.
Condividere rischi, disagi, esperienze distrugge le false amicizie e rafforza quelle vere.
Tutto qui.
Domani sarò ancora una volta in pista con il mio amico Giuseppe, che
ora ronfa sulla branda, per cercare di raccontare cosa succede nello
sconfinato ed ambiguo nulla dell’Afghanistan occidentale. Proprio una
bella storia. (nella foto Giuseppe Lami, lo scorso agosto, nella tenda
comando della XIV Compagnia Pantere del 186° Rgt. Folgore-foto di
Antonello Tiracchia)
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