domenica 4 dicembre 2011

IL MIO AMICO GIUSEPPE. FOTOREPORTER.

Conquistare un amico e poi non deludere o restare delusi da questa conquista non è proprio una cosa semplice, l’amicizia coinvolge infatti una gran quantità di sentimenti, la propria cultura, la propria educazione e tutti gli aspetti del proprio carattere.

Conquistare un nuovo amico è molto difficile, perderne uno anche di vecchia data è facilissimo.

Basta passare insieme una settimana bianca o fare un’escursione in montagna durante una bella giornata che si trasforma in un temporale o una crociera su una barca.

Più la barca è piccola più l’amicizia viene messa a dura prova.

Un altro modo sicuro per rompere un’amicizia è dividere una missione professionale in “prima linea” dove non si ha troppo tempo per dissertare di filosofia, parlare di donne, di cinema, guardare il paesaggio o raccogliere margherite perché si è distratti dal fatto che qualche fetentone potrebbe decidere di trasformarti, tuo malgrado, in un bersaglio mobile per soddisfare le sue smanie guerriero-religiose.

Una missione professionale in “prima linea” è insomma la prova del fuoco per saldare o distruggere un’amicizia, come ben sanno i nostri ragazzi e le nostre ragazze in uniforme che hanno convissuto esperienze in Afghanistan, a volte terribili, e chiamano i loro compagni e le loro compagne d’armi fratelli o sorelle.

Io ho conosciuto il fotografo Giuseppe Lami lo scorso dicembre su un C130 in volo da Al Bateen ad Herat ed insieme abbiamo diviso, per puro caso, esperienze, rischi ed emozioni durante due settimane “in prima linea” inseriti nel contingente italiano.

Poi abbiamo lavorato insieme in Kosovo ed organizzato un’altra missione di un mese in Afghanistan. Ora ci stiamo tornando insieme per la terza volta.

Durante la precedente missione l’avevo pure coinvolto in un’avventura editoriale poi risultata farlocca sotto vari aspetti, però adesso siamo ancora qui, in Afghanistan a lavorare insieme.

L’amicizia è un sentimento importante nella vita di un essere umano, come lo è l’amore per i genitori, per la propria donna e quello per i propri figli.

Condividere rischi, disagi, esperienze distrugge le false amicizie e rafforza quelle vere.

Tutto qui.

Domani sarò ancora una volta in pista con il mio amico Giuseppe, che ora ronfa sulla branda, per cercare di raccontare cosa succede nello sconfinato ed ambiguo nulla dell’Afghanistan occidentale. Proprio una bella storia. (nella foto Giuseppe Lami, lo scorso agosto, nella tenda comando della XIV Compagnia Pantere del 186° Rgt. Folgore-foto di Antonello Tiracchia)

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