domenica 11 dicembre 2011

RITORNO A BAKWA


RITORNO A BAKWA – 5 dicembre 2011

Dall’ultima volta che siamo stati qui a Bakwa sembra siano cambiate poche cose e tra queste la più visibile è il clima. Durante il giorno, sotto il medesimo cielo azzurro e terso dello scorso agosto, è possibile stare in maglietta ma già nel pomeriggio la temperatura inizia a scendere con rapidità e durante la notte il termometro segna diversi gradi sotto lo zero. In tenda in questi giorni di dicembre i 32 gradi condizionati della scorsa estate sono ormai un ricordo, con la pompa di calore che lavora al massimo per portare la temperatura vicino ai 18 gradi.
Questa volta arriviamo a Bakwa da Farah a bordo di due AB 205 italiani dell’Aviazione dell’Esercito che nonostante gli anni svolgono ancora bene il loro lavoro, operando in questo angolo di mondo dove gli elicotteri non sono mai abbastanza e l’AB 205, molto meccanico e poco avionizzato, pur impegnando maggiormente l’equipaggio nella navigazione e nella condotta di volo è come il mulo per i vecchi reparti di artiglieria alpina: una garanzia.

Anche il livello di rischio non è cambiato per i soldati italiani che presidiano il distretto di Bakwa, sono cambiati i soldati. Il 186° Reggimento Paracadutisti della Folgore è stato rilevato dal Reggimento San Marco della nostra Marina Militare e davanti al main-gate campeggia un bel cartello rosso con l’effige d’oro del leone della Serenissima Repubblica di Venezia mentre la bandiera italiana, con lo stemma delle 4 repubbliche marinare, è affiancata oltre che dal vessillo del San Marco anche dalla bandiera sarda, bianca e con i 4 mori divisi da una croce rossa. Il Reggimento San Marco opera infatti insieme ad un dispositivo tattico del 5° Reggimento Genio Guastatori di Macomer della Brigata Sassari che, a sua volta, ha il comando di tutti gli assetti militari ISAF dislocati in Afghanistan Occidentale comandati dal Generale Luciano Portolano della Brigata Sassari.
Appena arrivati il Capitano di Vascello Giuseppe Panebianco comandante del San Marco e della Task Force South-East ci illustra la situazione del territorio in cui operano circa 500 soldati tra marò e genieri della Sassari. Questi soldati sono suddivisi tra la COP Ice, un piccolo distaccamento di circa sessanta uomini che presidia il nodo stradale strategico che collega l’altopiano desertico di Bakwa alle montagne del Gulistan e la FOB Snow. La mission della task Force South East è quello di creare e gestire in sicurezza la linea di continuità tra il confine meridionale della Provincia di Herat con quello settentrionale della Provincia di Helmand. In questa linea virtuale la FOB Lavaredo di Bakwa è pertanto particolarmente esposta ad attacchi ed agguati perché ne costituisce il punto di cerniera. A fianco della FOB c’è un distaccamento dell’ANA che rappresenta formalmente il governo centrale e con cui la Task Force South East collabora attivamente per attuare la continuità territoriale.


Oltre ad un’intensa attività di interventi sociali il San Marco, dotato di una cellula CIMIC, ha anche quello ridare sicurezza e speranza alla popolazione di questa zona, poverissima e lontana anni luce dalle risorse sociali ed economiche di Herat, ormai in continuo sviluppo. Proprio per questo motivo questo distretto è la zona più calda di RC-W ed è controllata da ISAF a “macchia di leopardo” tramite i distaccamenti della Task Force South East che cercano di arginare sia la presenza della criminalità organizzata sia quella di diverse bande di talebani che si nascondono nelle montagne che circondano il vasto altipiano. A ridosso della FOB passa la Route 515, chiamata la strada della morte per i continui agguati ed attentati con gli IED ed abbandonata dai mercanti del vicino bazar per le pressioni e le minacce di predoni e talebani che a volte si combattono per il controllo del territorio ed a volte si alleano tra loro per combattere tutto ciò che rappresenta sicurezza, cambiamento sociale e stabilizzazione. Un cambiamento della situazione attuale, con la popolazione dei numerosissimi villaggi sotto la schiavitù della violenza, rappresenterebbe una sconfitta sul piano della credibilità per gli insurgents, come vengono definiti da ISAF tutti coloro che si oppongono alle varie risoluzioni dell’ONU e attuate dalla NATO a sostegno della Repubblica Islamica dell’Afghanistan il cui governo, è bene ricordarlo, è stato liberamente eletto. Dopo una lunga assenza di esponenti del governo centrale finalmente nel distretto di Bakwa si è insediato un giovane vicegovernatore che ha raccolto la sfida di cambiare le condizioni questo territorio, ottimizzando la presenza e le risorse della task Force South East. Prima di lui nessun funzionario governativo aveva accettato di vivere in un luogo come questo, privo di commerci, scuole, presidi medici e attività di qualsiasi genere e dove la vita umana, soprattutto quella di chi lavora per il cambiamento, non vale niente.


Ismael Khan, questo è il suo nome, è diventato l’interlocutore istituzionale del Capitano di Vascello Panebianco ed in pochi mesi le cose hanno incominciato a cambiare e proprio ieri è nato il primo bambino nell’ambulatorio costruito dal nostro contingente e gestito da due medici afghani. La prossima sfida di Ismael Khan è trovare insegnanti disposti a trasferirsi in questi territori per aprire le scuole che ISAF tramite il nostro contingente è pronta a costruire e proteggere. L’arma più potente contro gli insurgents è infatti questa lenta tendenza al cambiamento e la conseguente speranza della popolazione per un futuro migliore. Una speranza sostenuta, alimentata e protetta, qui a Bakwa dal Leone di San Marco e dai suoi marò insieme ai giovani genieri della Brigata Sassari. (a.t.)

LESSICO
CIMIC: Civil-Military Cooperation, cooperazione civile militare, è una cellula reggimentale predisposta, dopo un apposito corso di formazione, a tenere i rapporti con le realtà civili afghane e portare avanti progetti di sviluppo.
COP: Combat Out Post, posto di combattimento avanzato.
FOB: Forward Operational Base, base operativa avanzata.
ISAF: International Security Afghanistan Force, forza di sicurezza internazionale in Afghanistan, sotto il comando NATO ed organizzata in seguito alle varie Risoluzioni dell’ONU sulla situazione afghana.
RC-W: Regional Comand West, comando regionale occidentaledi ISAF che si estende per circa 50 mila kmq di territorio posto sotto il comando militare italiano e composto da militari di 10 nazionalità per un totaledicirca 8 mila uomini. RC-W è la prima Regione Militare afghana ad avere effettuato la transizione lo scorso 22 luglio, cioè il passaggio delle competenze alle Autorità afghane: un successo per l’Italia.
Task Force South East: dispiegamento militare del sud est della provincia di Herat, di piccole dimensioni ma dotato di autonomia logistica ed operativa.


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