venerdì 30 dicembre 2011

I NOSTRI AUGURI PER UN 2012 PIENO DI POSITIVE CERTEZZE



Quando abbiamo aperto il blog e la fanpage di Professione Difesa pensavamo di creare una specie di forum per collegare chi fa parte delle Forze Armate e dei Corpi Militarizzati dello Stato e chi è interessato alle “cose” militari ed alla Storia in genere: questa Storia che è firmata dai “grandi” ma che è scritta da sempre con il sacrificio, a volte estremo, di chi indossa l’uniforme. Tutto questo l’abbiamo fatto per sostenere la produzione dei nostri video e l’Associazione non-profits che li produce. Ma è successo qualche cosa che non avevamo previsto. In poco tempo i nostri link sono diventati qualche cosa di più che uno strumento di divulgazione e promozione. Ci scrivono anche madri e padri di ragazzi e ragazze che si stanno per arruolare o sono già operativi nei vari Teatri, investendoci di una inaspettata responsabilità che ci spinge a fare sempre meglio ma allo stesso tempo ci incute timore per il peso delle parole che scriviamo e scriveremo e che trasferiremo nei nostri video. 

I nostri Auguri per tutti voi che ci seguite sono per un 2012 pieno di certezze.
Per gli Uomini e le Donne in Teatro i nostri Auguri sono il frutto della nostra riconoscenza e la stima per il loro lavoro che nobilita questa nostra strampalata Italia.
Per tutti e soprattutto per chi transiterà verso il Nuovo Anno pensando ai propri cari in armi nei vari Teatri operativi i nostri Auguri sono racchiusi in queste parole tratte dal libro 
“Il Profeta” di Kahlil Gibran.

I FIGLI
E una donna che aveva al petto un bambino disse:
Parlaci dei Figli.
I vostri figli non sono i vostri figli.
Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di sé.
Essi non provengono da voi, ma per tramite vostro,
E benché stiano con voi non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri,
Perché essi hanno i propri pensieri.
Potete alloggiare i loro corpi ma non le loro anime,
Perché le loro anime abitano nella casa del domani, che voi non potete visitare, neppure in sogno.
Potete sforzarvi d'essere simili a loro, ma non cercate di renderli simili a voi.
Perché la vita non procede a ritroso e non perde tempo con ieri.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli sono lanciati come frecce viventi.
L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito, 
e con la Sua forza vi tende affinché le Sue frecce vadano rapide e lontane.
Fatevi tendere con gioia dalla mano dell'Arciere;
Perché se Egli ama la freccia che vola, ama ugualmente l'arco che sta saldo.

PRIMO DOPPIO LANCIO HEAVY DAL C130J


Un velivolo della 46a Brigata Aerea di Pisa ha effettuato con successo il primo lancio in sequenza di due carichi pesanti.


 
21/12/2011 - Giovedì 24 Novembre, un velivolo C-130J della 46ª Brigata Aerea di Pisa ha effettuato con successo il lancio di due carichi pesanti (HEAVY), rilasciati in sequenza ravvicinata. E' la prima volta che un lancio con tali modalità viene eseguito con il quadrimotore da trasporto dell’Aeronautica Militare.


Il duplice lancio di carichi pesanti, due piattaforme da 6000 libbre ciascuna, è stato realizzato dai piloti e dagli specialisti del Centro Addestramento Equipaggi della Brigata. Il rilascio dei carichi è avvenuto in un unico passaggio, in successione ravvicinata.

Il lancio sancisce l’acquisizione da parte della Forza Armata di un’ulteriore capacità in campo aviolancistico, con potenziali applicazioni nel settore dell’aviorifornimento, specie nei teatri operativi, ed apre alla possibilità di rifornire, da parte dei velivoli C-130J, le postazioni remote o isolate con mezzi ruotati, piccoli blindati e altro materiale necessario alla operatività dei Reparti impegnati sul campo.

 

L’attività aviolancistica è soltanto una delle molteplici svolte dalla Forza Armata con i velivoli da trasporto. La 46ª Brigata Aerea, in particolare, offre il proprio contributo con una vasta gamma di missioni, che vanno dal trasporto sanitario d’urgenza all’aerosgombero sanitario, alle operazioni di trasporto materiali, uomini e mezzi, in tutto il mondo, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno.

L'ULTIMO VOLO DA AL-BATEEN A SUPPORTO DELLA NTM-I

Con la chiusura della NATO Training Mission in Iraq, si conclude l'impegno della T.A.F. di Al Bateen proiettato verso il Teatro Operativo afghano

22/12/2011 - Martedì 20 Dicembre, dalla base emiratina di Al Bateen, sede della Task Force Air (T.F.A.), è decollato l'ultimo vettore militare diretto a Baghdad per recuperare personale e mezzi impiegati nella NTM-I (NATO Training Mission in Iraq), conclusa il 17 Dicembre.

La NTM-I si era insediata In Iraq il 14 agosto 2004, in seguito alla richiesta del governo ad interim di provvedere a uno specifico addestramento, all'assistenza negli equipaggiamenti e all'assistenza tecnica alle forze di sicurezza (ISF- Iraqi Security Forces) per aiutare il Paese a sviluppare un settore della sicurezza efficace, duraturo e a guida democratica.

Da allora, la NATO ha assistito le forze di sicurezza irachene fornendo addestramento, consulenza e attività di tutoraggio.

Il primo vettore militare diretto in Iraq dalla base di Al Bateen è decollato il 13 Settembre 2003, e da quel giorno le missioni di volo dedicate al Teatro Operativo iracheno sono state 1.213,  2.740 le ore di volo, 38.129 i passeggeri e 9.950.281 libbre il peso complessivo dei materiali aviotrasportati.

Si chiude, dunque, un periodo in cui la T.F.A. di Al Bateen è stata pesantemente interessata su due fronti, quello iracheno e quello afghano, per garantire il “ruolo di cerniera” tra madrepatria e teatri operativi. Concluso l'impegno in Iraq, da oggi la Task Force Air di Al Bateen continuerà ad assicurare, senza soluzione di continuità, il collegamento tra i movimenti strategici dall'Italia e quelli tattici verso l'Afghanistan, garantendo peraltro una capacità aeromedica in prontezza per l’evacuazione di malati e feriti (STRATEVAC).

giovedì 29 dicembre 2011

AFGHANISTAN: RESPINTO ATTACCO A CONVOGLIO


PRESS RELEASE: 2011–12–IA–756-296
Regional Command West - Afghanistan

Un convoglio di rifornimenti scortato da un assetto italiano-Foto di repertorio di Giusppe Lami

HERAT, 29 Dic. 2011. Questa mattina, alle ore 09.30 locali (06.00 in Italia), è stato attaccato un convoglio logistico composto da mezzi militari e civili della Coalizione in movimento da BALA MURGHAB ad HERAT, nel settore Nord dell'area di competenza del regional Command West (RC-West), sotto il comando della Brigata "Sassari".
Il convoglio era scortato da personale e mezzi della Task Force center (TFC) rinforzata da assetti su base del 66° Reggimento Genio, dell'Esercito Statunitense e delle forze di sicurezza afghane (ANSF).
L'attacco, condotto con fuoco di mortai e con armi portatili, ha provocato la contusione di un militare italiano e causato la morte di un autista civile afghano ed il ferimento di un altro autista locale.
Il militare italiano e l'autista civile ferito sono stati prontamente soccorsi e successivamente evacuati in elicottero presso l'avamposto del 151° Reggimento "Sassari" in BALA MURGHAB, dove a riceverli c'era il Comandante di RC-West, Generale di Brigata Luciano PORTOLANO, presente in loco nell'ambito di una ricognizione avanzata nel settore Nord.
L'attacco risulta attualmente concluso ed il convoglio ha ripreso il movimento verso Sud.










mercoledì 28 dicembre 2011

AFGHANISTAN: SEQUESTRO DI DROGA E MATERIALE DI ARMAMENTO



PRESS RELEASE 011–12–CA–754-294

Regional Command West - Afghanistan




Afghanistan: Sequestro di droga e materiali di armamento.

HERAT, 28 Dic. 2011 – Nel pieno delle festività natalizie, continua la pressione operativa del contingente italiano nell’area di responsabilità del Comando Regionale Ovest (Regional Command West), a guida Brigata “Sassari”, e significativi risultano il contemporaneo sequestro di un ingente quantitativo di droga e il ritrovamento di un importante cache di armi e munizioni.
La droga è stata sequestrata e successivamente consegnata alla polizia afghana, nel distretto di Murghab nel settore di competenza della Task Force North, su base 151° Reggimento “Sassari”, in un’operazione congiunta con le forze di sicurezza afghane, finalizzata a garantire la liberta di movimento sulle principali vie di comunicazione insistenti nel distretto. Nel sequestro la Polizia afghana ha altresì arrestato due sospette persone locali.

Il ritrovamento del cache e’ invece stato effettuato in Shindand, dalla Task Force Center, su base 66° Reggimento Aeromobile “Trieste”, a seguito di un’operazione congiunta con altre forze della Coalizione e forze di sicurezza afghane. Il materiale d’armamento era stato precedentemente nascosto dall’insorgenza per poter essere poi utilizzato per il confezionamento di ordigni esplosivi improvvisati (IED) da impiegare contro le forze della coalizione e afghane.

martedì 27 dicembre 2011

CONCESSIONI DI RICOMPENSE AL VALORE DELL'ESERCITO



GAZZETTA FFICIALE n. 274 del 24 novembre 2011



Pubblichiamo il testo ufficiale del Comunicato del Ministero dell Difesa in merito alle recenti concessioni di Ricompense al valore dell'Esercito. 
"Con il decreto presidenziale n. 259 in data 29 luglio 2011 all'8° reggimento alpini, e' stata concessa la medaglia d'argento al valore dell'Esercito con la seguente motivazione: «Reggimento alpini impegnato in Afghanistan nella stabilizzazione del territorio e nel supporto alle istituzioni locali, operando da numerose basi remote, contrastava, con abnegazione ed estrema perizia, la forte resistenza armata degli insorti. In tale impegnativo e rischioso contesto operativo i militari dell'ottavo, con ferma determinazione e non comune coraggio, si prodigavano costantemente nell'attivita' di ricostruzione delle infrastrutture e di distribuzione degli aiuti umanitari, favorendo significativamente la governabilita' dell'area occidentale afghana. Fulgido esempio di valorosa unita' dell'Esercito cha ha dato lustro e prestigio alla Forza armata e all'Italia nel contesto internazionale». - Herat (Afghanistan), 9 ottobre 2008-2 aprile 2009
Con il decreto presidenziale n. 260 in data 12 luglio 2011 al colonnello Marco Centritto, nato il 22 novembre 1963 a Roma, e' stata concessa la medaglia d'oro al valore dell'Esercito, con la seguente motivazione: «Comandante di unita' elicotteri, con fermezza e rara lucidita', conduceva diverse operazioni a supporto delle forze impegnate a contrastare aggressioni perpetrate da elementi ostili. Alla guida dell'aeromobile, benche' colpito dal fuoco avversario in piu' punti del velivolo, con manifesto rischio della propria vita completava le missioni di volo e perseverava nel garantire il prezioso supporto di fuoco. Grazie alla pronta capacita' di reazione, all'indomito coraggio e all'efficacia dell'azione, riusciva a neutralizzare la minaccia e a completare con successo le missioni affidategli. Fulgido esempio di ufficiale che ha tenuto alto il prestigio dell'Esercito italiano nel contesto multinazionale e internazionale». - Bala Murghab (Afghanistan), 10-14 giugno 2009
Con il decreto presidenziale n. 261 in data 29 luglio 2011 al colonnello Gabriele Toscani De Col, nato il 28 aprile 1962 a Roma, e' stata concessa la medaglia d'argento al valore dell'Esercito con la seguente motivazione: «Comandante del 187° reggimento paracadutisti, nel corso di un'operazione a supporto delle forze armate afghane, subiva un'imboscata e veniva coinvolto nell'esplosione di un ordigno collocato sulla rotabile percorsa. Nonostante fosse fatto segno a fuoco da parte di elementi ostili, organizzava e coordinava personalmente la reazione. Alla testa del suo personale, con consapevole coraggio, fermezza e rara lucidita', mettendo piu' volte a repentaglio la propria incolumita' personale, riusciva brillantemente a neutralizzare la minaccia. Splendida figura di ufficiale superiore e di comandante, che ha dato lustro e prestigio all'Esercito italiano». - Farah (Afghanistan), 23 agosto 2009
Con il decreto presidenziale n. 262 in data 29 luglio 2011 al colonnello Marco Tuzzolino, nato l'11 giugno 1964 a Palermo, e' stata concessa la medaglia d'argento al valore dell'Esercito con la seguente motivazione: «Comandante del 183° reggimento paracadutisti, nel corso di un'operazione in supporto alle forze armate afghane per la riconquista di un posto di frontiera, conduceva personalmente un elisbarco ad altissimo rischio. Impegnato nei successivi combattimenti, affrontava la minaccia con consapevole coraggio, fermezza e rara lucidita'. Malgrado fosse fatto segno a fuoco, esponendosi a rischio della propria incolumita', dirigeva con assoluta efficacia e con eccellente azione di comando la propria unita' che, dopo due giorni di intensi scontri, otteneva il controllo del presidio. Fulgido esempio di ufficiale superiore e comandante che con coraggio e abnegazione ha tenuto alto il prestigio dell'Esercito italiano». - Morichak (Afghanistan), 7-8 settembre 2009
Con il decreto presidenziale n. 263 in data 29 luglio 2011 al tenente colonnello Andrea Ascani, nato il 18 ottobre 1964 a Bolzano, e' stata concessa la medaglia d'argento al valore dell'Esercito con la seguente motivazione: «Ufficiale pilota di elicottero in missione di soccorso a un posto di controllo della polizia afghana attaccato da insorti, manovrava a bassa quota per identificare con certezza la minaccia, evitando di coinvolgere nell'azione truppe amiche e civili presenti nell'area. A rischio della propria vita, benche' fatto segno a fuoco e con il proprio elicottero colpito, proseguiva nell'azione riuscendo a neutralizzare gli elementi ostili e consentendo di mantenere il possesso del posto di controllo a presidio di una fondamentale via di comunicazione. Fulgido esempio di ufficiale che, con coraggio e determinazione, ha contribuito a dare lustro all'Esercito italiano». - Farah (Afghanistan), 28 agosto 2009
Con il decreto presidenziale n. 264 in data 29 luglio 2011 al tenente colonnello Rodolfo Sganga, nato il 23 gennaio 1967 a Varese, e stata concessa la medaglia d'argento al valore dell'Esercito con la seguente motivazione: «Comandante di battaglione paracadutisti, nel corso di un'operazione volta a verificare la presenza di un deposito di esplosivi, veniva ingaggiato da forze ostili, per oltre cinque ore, con fuoco di armi portatili, mortai e razzi. Dimostrando eccezionale prontezza e coraggio, esponendosi a rischio della propria incolumita', organizzava e guidava personalmente con successo la reazione riuscendo, in tale frangente, a far soccorrere ed evacuare un militare ferito. Esemplare figura di comandante che ha contribuito a dare lustro all'Esercito italiano in un contesto internazionale». - Bala Baluk (Afghanistan), 25 luglio 2009
Con il decreto presidenziale n. 265 in data 29 luglio 2011 al tenente colonnello Roberto Trubiani, nato il 7 luglio 1967 Popoli (Pescara), e' stata concessa la medaglia d'argento al valore dell'Esercito con la seguente motivazione: «Comandante di battaglione paracadutisti, veniva incaricato di supportare l'azione della 1ª brigata dell'Esercito afghano, gia' provata da numerose perdite. Al comando della sua unita', nel corso di una complessa operazione, nonostante fosse fatto segno al fuoco di armi portatili, mortai e razzi, si esponeva a manifesto rischio per condurre, da posizione avanzata, il ripiegamento delle forze sul campo, portato poi a termine brillantemente. Mirabile esempio di ufficiale che ha tenuto alto il prestigio del contingente nazionale e dell'Esercito in un contesto internazionale». - Bala Murghab (Afghanistan), 29 maggio 2009
Con il decreto presidenziale n. 266 in data 29 luglio 2011 al maggior Stefano Salvadori, nato il 24 settembre 1967 a Trieste, e' stata concessa la medaglia di bronzo al valore dell'esercito con la seguente motivazione: «Ufficiale pilota di elicottero, partecipava a molteplici missioni utilizzando l'aeromobile con estrema competenza e perizia. In particolare, impiegato a nord di Farah in una missione di supporto aereo ravvicinato in soccorso a un posto di controllo della polizia afghana sottoposto ad attacco, con sprezzo del pericolo manovrava a bassa quota per identificare la minaccia. Benche' l'aeromobile fosse stato colpito, proseguiva con efficacia l'azione di contrasto, fino alla neutralizzazione delle sorgenti di fuoco ostili. Splendida figura di ufficiale che ha elevato il prestigio dell'Esercito italiano in un contesto multinazionale e internazionale». - Tshin e Afghani (Afghanistan), 28 agosto 2009
Con il decreto presidenziale n. 267 in data 29 luglio 2011 al tenente Lorenzo Ballin, nato il 1° luglio 1979 a Padova, e' stata concessa la medaglia d'argento al valore dell'Esercito con la seguente motivazione: «Vice comandante di compagnia paracadutisti, durante un'importante operazione, incaricato della presa di un obiettivo particolarmente esposto alla minaccia, subiva, a piu' riprese, violenti attacchi da parte di insorti. Nonostante l'azione ostile, manteneva il controllo del settore presidiato assicurando, con il proprio personale, il consolidamento della posizione. Nelle ventiquattro ore successive, a seguito di ulteriori attacchi, il suo posto di osservazione veniva colpito e severamente danneggiato. Benche' gravemente ferito, proseguiva nell'azione di contrasto, continuando a impartire disposizioni per l'assolvimento della missione. Fulgido esempio di ufficiale che con coraggio e abnegazione ha elevato il prestigio dell'Esercito italiano». - Bala Murghab (Afghanistan), 10-11 giugno 2009
Con il decreto presidenziale n. 268 in data 29 luglio 2011 al capitano Giovanni Corrado, nato il 3 gennaio 1979 a Tricase (Lecce), e' stata concessa la medaglia d'argento al valore dell'Esercito con la seguente motivazione: «Comandante di compagnia paracadutisti, incaricato di acquisire un obiettivo fondamentale per la riuscita di un'importante operazione, alla testa del suo personale, veniva fatto segno a fuoco di razzi ed armi portatili. Con ardimento e sereno coraggio, esponendo la propria vita a manifesto rischio, organizzava personalmente la reazione e si impossessava dell'importante posizione, costringendo le forze ostili a ripiegare. Chiaro esempio di elette virtu' militari che ha contribuito in maniera significativa a esaltare il prestigio dell'Esercito italiano». - Bala Murghab (Afghanistan), 10 giugno 2009
Con il decreto presidenziale n. 269 in data 29 luglio 2011 al capitano Fulvio Menegazzo, nato l'11 maggio 1975 a Legnano (Milano), e' stata concessa la medaglia di bronzo al valore dell'Esercito con la seguente motivazione: «Comandante di compagnia alpini, effettuava brillantemente in piu' giorni l'avvicendamento del presidio della base operativa avanzata di Bala Murghab, nonostante la continua e strenua opposizione di forze ostili. Con coraggio e perizia reagiva, alla testa del suo reparto schierato al controllo del settore nord dell'area di responsabilita', ai numerosi attacchi portatigli. Coordinava, inoltre, con energico e quotidiano impegno, le complesse operazioni aereo-terrestri e l'attivita' di cooperazione civile-militare che contribuivano significativamente al netto miglioramento delle condizioni di sicurezza dell'area occidentale afghana. Splendida figura di ufficiale che ha dato lustro e prestigio all'Esercito italiano». - Herat (Afghanistan), ottobre 2008-aprile 2009
Con il decreto presidenziale n. 270 in data 29 luglio 2011 al capitano Gianluca Simonelli, nato il 12 aprile 1978 a Carbonia (Carbonia-Iglesias), e' stata concessa la medaglia d'argento al valore dell'Esercito con la seguente motivazione: «Comandante di compagnia paracadutisti, nel corso di un pesante attacco di forze ostili, durato oltre cinque ore, manovrava con assoluta perizia e ardimento la propria unita' al fine di agevolare il ripiegamento di altro reparto oggetto di un'intensa azione di fuoco avversaria. Benche' ferito, in condizioni di estrema difficolta' ed esponendo la propria vita a manifesto rischio, continuava in prima persona a impartire le disposizioni che consentivano d'infliggere gravi perdite all'avversario, portando a termine con successo la missione. Splendida figura di ufficiale che, con il suo coraggio e determinazione, ha contribuito a dare lustro all'Esercito italiano». - Bala Baluk (Afghanistan), 25 luglio 2009
Con il decreto presidenziale n. 271 in data 29 luglio 2011 al capitano Andrea Zanini, nato il 4 novembre 1976 a Milano, e' stata concessa la medaglia di bronzo al valore dell'Esercito con la seguente motivazione: «Comandante di compagnia, veniva incaricato di assicurare il presidio delle basi operative avanzate di Bala Murghab a nord e, successivamente, di Delaram a sud del settore di operazioni. Durante il difficile movimento terrestre verso la base avanzata posta al confine con il Turkmenistan, fatto piu' volte segno a fuoco con armi leggere e anticarro, guidava con coraggio e perizia la sua unita' al fine di garantire l'assolvimento del compito assegnatogli. Dopo ripetuti combattimenti contro le forze ostili, riusciva a raggiungere l'obiettivo finale senza riportare alcuna perdita. Fulgido esempio di ufficiale che ha dato lustro e prestigio all'Esercito italiano». - Herat (Afghanistan), ottobre 2008-aprile 2009
Con il decreto presidenziale n. 272 in data 29 luglio 2011 al maresciallo capo Marco Sponziello, nato il 7 novembre 1972 a Milano, e' stata concessa la medaglia d'argento al valore dell'Esercito con la seguente motivazione: «Sottufficiale incursore, nel corso di un'operazione in supporto alle forze di sicurezza afghane tesa alla cattura di uno dei maggiori ricercati, si prodigava con coraggio nel coordinamento delle componenti alle sue dipendenze. Durante la delicata fase di irruzione all'interno di un edificio, esponendosi in prima persona, agiva in modo rapido e risoluto disarmando e, successivamente, immobilizzando un individuo sospetto, senza ricorrere all'uso delle armi ed evitando il rischio di eventuali danni collaterali. Splendida figura di sottufficiale che ha contribuito ad accrescere il prestigio e il lustro dell'Esercito italiano in un contesto internazionale». - Bala Baluk (Afghanistan), 28 marzo 2009
Con il decreto presidenziale n. 273 in data 29 luglio 2011 al maresciallo ordinario Savino Rubino, nato il 13 gennaio 1979 a Bari, e' stata concessa la medaglia d'argento al valore dell'Esercito con la seguente motivazione: «Comandante di plotone impegnato in un'operazione per il controllo di un importante settore nell'area di Bala Murghab, veniva coinvolto in una prolungata imboscata, perpetrata da elementi ostili con razzi controcarro e armi automatiche, che provocava il ferimento di un paracadutista e gravi danni ai blindati. Nel corso del violento conflitto a fuoco, esponeva la propria vita a manifesto rischio, riuscendo a portare a termine il compito assegnato e dirigendo con successo lo sgombero del personale ferito e il recupero degli automezzi resi inefficienti. Splendida figura si sottufficiale che ha contribuito a elevare il prestigio dell'Esercito italiano». - Bala Murghab (Afghanistan), 24 giugno 2009
Con il decreto presidenziale n. 274 in data 29 luglio 2011 al primo caporal maggiore capo Arsenio Tierno, nato il 24 agosto 1975 a Polla (Salerno), e' stata concessa la medaglia d'argento al valore dell'Esercito, con la seguente motivazione: «Caporal maggiore capo paracadutista, partecipava a un'importante operazione in supporto alla polizia afghana, finalizzata all'arresto di pericolosi capi degli insorti. Nonostante il suo posto di osservazione fosse oggetto di incessante attacco ostile, con manifesto coraggio e a rischio della propria incolumita' si prodigava per garantire, con il tiro mirato dell'arma in dotazione, lo sganciamento della propria pattuglia dall'area del conflitto a fuoco. Solo successivamente, assolto il compito, ripiegava verso le forze amiche. Chiaro esempio di elette virtu' militari e sprezzo del pericolo che ha dato lustro e prestigio all'Esercito italiano». - Bala Murghab (Afghanistan), 7 maggio 2009
Con il decreto presidenziale n. 275 in data 29 luglio 2011 al caporal maggiore scelto Floro Guarna, nato il 12 agosto 1978 a Catanzaro, e' stata concessa la medaglia di bronzo al valore dell'Esercito con la seguente motivazione: «Comandante di squadra fucilieri e capocarro, nel corso di un'operazione nell'area di Bala Baluk, veniva fatto segno a fuoco da parte di insorti che ingaggiavano la sua unita' armati di razzi e armi portatili. Gravemente ferito, incurante del dolore, organizzava con perizia e coraggio il ripiegamento della squadra verso una posizione di sicurezza atta a preservare l'incolumita' dell'equipaggio e solo dopo aver assolto il compito, stremato, si accasciava. Con il suo comportamento, ha contribuito a elevare il prestigio dell'Esercito italiano in un contesto internazionale». - Bala Baluk (Afghanistan), 25 luglio 2009
Con il decreto presidenziale n. 276 in data 29 luglio 2011 al caporal maggiore scelto Nicola Mura, nato il 20 luglio 1980 a Oristano, e' stata concessa la medaglia di bronzo al valore dell'Esercito con la seguente motivazione: «Capocarro di un mezzo cingolato, intervenuto sul luogo di violenti disordini, colpito al tronco e agli arti da violenta sassaiola da parte di una folla ostile, attirava volontariamente su di se', con sprezzo del pericolo, l'attenzione dei facinorosi. Esplodendo dei colpi di avvertimento in aria con l'arma in dotazione, disperdeva gli aggressori e dirigeva il pilota, sanguinante in volto, al fine di evitare di travolgere donne e bambini a ridosso della cingolatura. Ammirevole figura di bersagliere che per coraggio e altissimo senso del dovere ha dato lustro e prestigio alla Forza armata». - Khirbat Silim (Libano), 18 luglio 2009
Con il decreto presidenziale n. 277 in data 29 luglio 2011al primo caporal maggiore Francesco Mason, nato l'8 agosto 1981 a Pisa, e' stata concessa la medaglia di bronzo al valore dell'Esercito con la seguente motivazione: «Primo caporal maggiore paracadutista, impiegato in un pattugliamento congiunto con le forze afghane, veniva attaccato da forze ostili. Durante il violento scontro a fuoco, esponendosi personalmente, guidava una squadra a copertura del convoglio attaccato, consentendo le operazioni di recupero di un automezzo e il successivo allontanamento dalla zona dello scontro. Durante tale movimento, interveniva con immediatezza nel prestare soccorso a un mitragliere ferito che, grazie all'accurato e pronto intervento, aveva salva la vita. Eccezionale esempio di professionalita' e abnegazione che ha contribuito a elevare l'immagine dell'Esercito italiano in un contesto internazionale». - Shewan (Afghanistan), 11 giugno 2009
Con il decreto presidenziale n. 278 in data 29 luglio 2011 al primo caporal maggiore Alessio Riccardelli, nato il 13 maggio 1982 a Formia (Latina), e' stata concessa la medaglia d'argento al valore dell'Esercito con la seguente motivazione: «Alla guida del proprio mezzo cingolato, intervenuto sul luogo di violenti disordini, veniva sottoposto a distanza ravvicinata, da parte di una folla ostile, a un fitto lancio di sassi di inaudita violenza. Ferito al volto, sanguinante e sul punto di perdere i sensi, nonostante il lancinante dolore e pressoche' accecato dalla copiosa fuoriuscita di sangue, rimaneva volontariamente esposto alle offese per evitare, con il movimento del proprio veicolo, di travolgere donne e bambini a ridosso della cingolatura. Ammirevole esempio di elette virtu' militari che per coraggio e altissimo senso del dovere ha dato lustro e prestigio all'Esercito italiano». - Khirbat Silim (Libano), 18 luglio 2009
Con il decreto presidenziale n. 279 in data 29 luglio 2011 al caporal maggiore Stefano La Mattina, nato il 19 novembre 1985 a Nizza Monferrato (Asti), e' stata concessa la medaglia d'oro al valore dell'Esercito con la seguente motivazione: «Mitragliere di bordo, impegnato a erogare fuoco di copertura al fine di consentire il disimpegno dei propri commilitoni nel corso di un'imboscata, veniva gravemente ferito a un braccio. Conscio dell'importanza di mantenere la posizione per non esporre i paracadutisti a ulteriore minaccia avversaria, a rischio della propria vita, sotto intenso fuoco, utilizzando il braccio ancora abile, proseguiva il tiro riuscendo a respingere l'attacco. Chiaro esempio di professionalita', coraggio e abnegazione che ha dato lustro all'Esercito italiano nel contesto multinazionale e internazionale». - Parmakan (Afghanistan), 23 luglio 2009
Con il decreto presidenziale n. 280 in data 29 luglio 2011 al caporal maggiore Andrea Mancino, nato il 16 settembre 1985 a Acireale (Catania), e' stata concessa la medaglia d'argento al valore dell'Esercito con la seguente motivazione: «In servizio di scorta a un'autocolonna, nel corso di un'imboscata perpetrata da elementi ostili con intenso fuoco di armi automatiche e di lanciarazzi scendeva, con esemplare sprezzo del pericolo, dall'automezzo protetto e si poneva alla guida di un camion civile, proditoriamente abbandonato sulla rotabile, che impediva la prosecuzione del movimento da parte dei veicoli. La sua pronta e coraggiosa azione consentiva di liberare la sede stradale e lo sganciamento del convoglio posto sotto attacco, garantendo altresi' l'incolumita' degli equipaggi. Splendida figura di soldato coraggioso e chiaro esempio di nobili virtu' militari che ha dato lustro e prestigio all'Esercito italiano». - Akazai (Afghanistan), 19 ottobre 2008
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sabato 24 dicembre 2011

A U G U R I


Auguri a quelli che amiamo e che ci amano. Auguri a quelli che faranno festa in Famiglia ed a coloro che vegliano in armi lontano dalle loro Case ma presenti nei nostri cuori. Auguri a tutti coloro che hanno il coraggio di capire e di scegliere. Auguri a chi soffre e vive nell'oscurità. Auguri a coloro che cercano la Luce osservando l'Armonia della Natura, assorbendone il senso profondo per essere migliori.

venerdì 23 dicembre 2011

LA PAGA DEL SOLDATO

 
Il dottor Cretinin De Cretinetti che vediamo pavoneggiarsi in tv, sui media e durante la pausa caffè è il massimo rappresentante del qualunquismo italico, nonché suo presidente ad honorem vita natural durante. I discepoli di questo nobile qualunquista misurano le cose della vita in base ad argomenti da “Bar Sport” o da settarismo di stampo clericale, senza approfondire ciò che non appartiene alla loro limitata sfera di interessi. Nelle loro dichiarazioni sono infatti sostenuti dal dogma che come tale ignora il confronto e non necessita di riscontri perché chi lo pratica ha l’arroganza di sentirsi  nel  giusto. Il fatto poi che il dogma sia il cemento dell’ignoranza e della sudditanza intellettuale che spesso sfocia nel plagio neppure li sfiora.
A proposito dell’Afghanistan uno dei luoghi comuni più praticati dal dottor Cretinin de Cretinetti & Co. è che quelli che fanno il soldato lo fanno per “soldi” il cui naturale corollario è che quando questi soldati vanno in missione  nei teatri operativi lo fanno per guadagnare di “più”.
Solo formulare questo pensiero e poi esporlo come se fosse una grande verità è l’espressione palese di una mediocre capacità di giudizio,  sintomo di pochezza intellettuale.  Provate a trovare una sola persona che ha deciso di fare il maestro, l’impiegato, l’avvocato, il medico, il cantante o il cameriere per non guadagnare nulla e comunque contro i propri interessi, che possono anche essere diversi da quelli meramente economici ma non li sostituiscono. Se la trovate, questa persona, probabilmente sarà già stata interdetta da un bel po’ di tempo dalla società civile che agisce per difendere con le proprie leggi gli interessi dei cittadini. I soldi sono il controvalore del lavoro dell’uomo, della sua professionalità e del suo impegno verso se stesso e verso la società, i tentativi di modificare questo stato di cose, che ci piaccia o meno, sono tutti miseramente falliti come la storia neppure tanto breve dei paesi del socialismo reale ha dimostrato. Un ragazzo che in Italia decide di arruolarsi lo farà anche per uscire dal ghetto della disoccupazione e del lavoro sottopagato e quindi per essere equamente retribuito, svolgendo un lavoro difficile e rischioso a favore della società civile in cui vive e di cui difende le Istituzioni. Tutto questo è ben  esposto nella carta Costituzionale che i seguaci del dottor Cretinin de Cretinetti  citano più volte di quante l’abbiano letta. Probabilmente la nostra Costituzione non sarà  perfetta, però c’è e come tale va rispettata e almeno una volta letta sforzandosi di capirla.
L’altro giorno, in Afghanistan,  nel distretto di Bakwa ho avuto il privilegio di uscire dalla FOB Lavaredo per una pattuglia a piedi con una squadra di giovani soldati, tra cui una ragazza, appartenenti al 5° Reggimento Genio Guastatori con base a Macomer e parte integrante della Brigata Sassari che qui danno questo specifico sostegno al Reggimento San Marco della Marina Militare. Faceva parte del piccolo dispositivo un nucleo cinofilo che nei così detti conflitti asimmetrici ha un ruolo determinante e responsabilità enormi.  Compito del dispositivo era quello di verificare la sicurezza di un piccolo nucleo abitativo abbandonato nei pressi della FOB e quindi creare i presupposti per la sua eventuale bonifica. E’ andato tutto bene, ma poteva anche andare male perché il livello di rischio nel distretto di Bakwa è alto e ci sono dei tipi che amano piazzare IED e sparare sugli “infedeli” per ricordare alla popolazione locale chi ha in mano il bastone del comando. Questi giovani soldati lavorano quando sono in teatro una media di 12 ore al giorno, con grandi disagi e correndo grandi rischi. Il sabato, la domenica e la notte sono solo riferimenti astratti perché il loro lavoro in teatro ha obiettivi precisi che non prevedono tentennamenti, discussioni o assemblee per sindacare sugli ordini ricevuti. Al rientro, dopo la foto ricordo, mi sono per un attimo trasformato in un “consulente del lavoro”. Se questi ragazzi lavorassero nelle comodità della loro residenza, vicino alla famiglia per lo stesso numero di ore, in ufficio o in fabbrica, al termine del mese avrebbero fatto così tante ore di straordinari che per retribuirle il datore di lavoro dovrebbe sborsare molti più soldi di quanti ne percepiscono in missione.

Morale. Caro dottor Cretinin de Cretinetti la democrazia, difesa anche da questi ragazzi per il loro ruolo istituzionale e che permette a lei ed ai suoi seguaci di parlare a vanvera in totale libertà e senza timore di repressione e censura, non la risparmia però dal fare una piccola check list prima di attivare la lingua o la penna, assicurandosi con una piccola procedura che il cervello sia in posizione “on”. Le spiego meglio: prima di parlare si assicuri di dire cose sensate. La saluto con la speranza e l’augurio di poter fare insieme a lei una pattuglia a piedi qui a Bakwa. Stia tranquillo, non dirò mai a questi ragazzi chi è lei. Lo capiranno da soli.  (a.t.)

mercoledì 21 dicembre 2011

QUESTA RADIO E' UN'ARMA



Questa radio è un'arma e come tale può avere effetti devastanti, paragonabili a numerose raffiche da cambio canna di una MG42/59. Queste le caratteristiche tecniche: dimensioni palmari, alimentata a celle solari o a manovella, ha una torcia incorporata e se collegata ad un cellulare è in grado di caricarlo. Può essere sintonizzata su varie stazioni radio, del resto negli ultimi anni in Afghanisatn ne sono sorte decine, ed è distribuita dal 28° Reggimento Comunicazioni Operative “Pavia” che a Herat oltre a svolgere attività di PSYOPS gestisce la radio SADA E AZADI WEST. Invece che pallottole cal. 7.62 NATO radio SADA E AZADI distribuisce informazioni e musica, affronta argomenti considerati tabù dagli insorgenti ma molto apprezzati dalla gente comune, quella stessa gente  che ha capito che la missione di ISAF serve per porre fine “alla guerra” che almeno una dozzina di bande armate ha posto in atto per il controllo del territorio afghano. Il 28° Rgt. “PAVIA” è in pratica un Reparto specializzato in un particolare settore delle attività di intelligence ed oltre alla radio gestisce un sito web e numerose altre attività di comunicazione, come per esempio la produzione di video, la redazione e la stampa di volantini e riviste ed è un anello chiave nella catena di interventi  di ISAF che si possono riassumere in tre punti: sicurezza, sviluppo e governance. Oltre a personale dell’Esercito Italiano ci lavorano giovani afghani di entrambi i sessi  e Ufficiali italiani della Riserva Selezionata. E’ la dimostrazione che l’informazione è un’arma, molto, molto potente ed il suo risultato si chiama libertà che a sua volta è il frutto di quel modo di intendere il governo dei beni comuni che si chiama Democrazia. (a.t)

giovedì 15 dicembre 2011

TRA PAURA E CORAGGIO


 

Luglio 2011, Italia:
Dopodomani riparto per l’Afghanistan, è la terza volta in un anno. Mi hanno regalato un paio di scarpe tattiche costose come delle Church che andarci a spasso da soli per le polverose strade afghane sarebbe come passeggiare per il rione Sanità di Napoli in t-shirt , con un daytona d’oro al polso o esporlo con il braccio fuori dal finestrino mentre si procede in colonna a Lungotevere. Non ho avuto il tempo di domarle  e così nello zaino mi porto ancora le mie vecchie Timberland (che diventano un comodo contenitore per  batterie, cavi e smart card) già domate da una missione in Libano, due in Afghanistan, due in Kenya, una in Sudan, poi in Pakistan, Kosovo, Svalbard, Polonia e varie scorrazzate su carri armati, elicotteri, Lince, C130, Pilatus e soprattutto molti aperitivi al Caffè dei Portici.
Prima di partire per una missione oggettivamente rischiosa cerco sempre di fare il disinvolto, ma nella mia mente iniziano a sorgere pensieri che mi spingono a considerare i pericoli ed i disagi sostenuti da una scelta esistenziale che attraversa e supera quella professionale, allora mi dico: “è lavoro, è una tua scelta di vita perseguita e conquistata” e mentre mi racconto queste storie l’attenzione si concentra su oggetti ed azioni solo apparentemente marginali, in realtà piene di significati rituali, quasi scaramantici. Mi ritrovo così a controllare l’attrezzatura  scandendo la chek list come una giaculatoria; ma è il rapporto con le mie vecchie timb che condiziona  la liturgia della partenza. Per me sono più di una polizza sulla vita o di una Beretta 92FS sotto la giacca, sono come delle reliquie di un immaginario percorso di una qualche fede altrettanto immaginaria, che ho disegnato arbitrariamente a misura di quei sentimenti misteriosi che genericamente vengono identificati come anima. Pensando a queste cose mi accorgo che mentre le ingrasso e le spazzolo in realtà le accarezzo. La realtà del cuoio ormai sdrucito e del vibram sbeccato mi aiutano a riflettere e mi danno certezze perché come dice  Drieu la Rochelle, nel suo libro Fuoco Fatuo, ”bisogna aderire alla realtà delle cose”.  
Per un soldato le scarpe sono dopo il fucile l’equipaggiamento più importante così come lo sono per un reporter dopo la telecamera e la macchina fotografica.
Il coraggio  risiede nelle scarpe, per entrambi; quando la situazione ci impone di stare fermi dove si deve stare oppure quando, evaporando nella sua discesa verso i piedi il coraggio svanisce e mette in moto il “contenuto” delle scarpe, trasformandosi in fuga.


martedì 13 dicembre 2011

SARA' UN CASO?

Da ieri il canale Professione Difesa su You Tube è scomparso. Appare la scritta "rimosso dall'account". La verità è che "qualche bravo ragazzo" è riuscito ad entrare nelle impostazioni e l'ha chiuso.

TASK FORCE AIR DA I NUMERI


(Nella fotografia il Capitano Andrea Placenti ed Antonello Tiracchia poco prima del decollo da Al Bateen verso Herat nella cabina del C130J-30)

L’Afghanistan non ha sbocchi al mare e le vie del cielo sono le più sicure e rapide per assicurare la filiera logistica all’intero contingente ISAF. Per garantire l’afflusso di personale, mezzi e materiali diretti ai contingenti italiani che operano su questo Teatro Operativo, ma anche ai dispositivi ancora presenti in Iraq, l’Aeronautica Militare ha costituito sin dal 2002 la Task Force Air presso l’aeroporto civile di Al Bateen dove ha sede un Reparto trasporti delle Forze Aeree degli Emirati, quantunque i servizi aeroportuali siano affidati ad aziende civili come l’ Abu Dhabi Airport Company e alla Abu Dhabi Airport Service. L’organizzazione della Task Force Air ad Al Bateen ricalca gli stessi schemi organizzativi ed operativi di uno Stormo in Patria ed è basato su i velivoli da trasporto tattico C130 J e C130J-30 della 46a Aero Brigata con base a Pisa, svolgendo in questo contesto un ruolo chiave per i collegamenti da e per l’Italia. In pratica Task Force Air può essere paragonata ad un piccolo hub italiano che a più di 4000 km dall’Italia gestisce tutti gli afflussi, i deflussi e gli stazionamenti dando asssitenza al personale di tutte e quattro le Forze Armate italiane impegnate in questi Teatri, oltre ai Corpi militarizzati dello Stato come la Guardia Di Finanza e la Croce Rossa Italiana. Ha inoltre il compito di acquisire in loco quanto richiesto dai reparti che operano sul terreno e di gestire la manutenzione e la localizzazione dei velivoli nei vari teatri di impiego. Piccoli nuclei della TFA sono infatti schierati in altre basi sia in Afghanistan che in Iraq sia per quanto riguarda la gestione dei traffici che per l’assistenza tecnica ai velivoli; uomini della Task Force sono inoltre presenti presso il porto di Jebel Ali in Dubai per gestire l’afflusso di materiali che giungono via nave e che una volta presi in carico dalla TF vengono confezionati per essere consegnati per via aerea dove richiesto. In Afghanistan, ad Herat, la filiera logistica attivata dalla base italiana di Al Bateen confluisce nella Joint Air task Force dove è inserito anche un nucleo di Aviorifornitori della Brigata Paracadutisti Folgore per rifornire "porta a porta" le FOB e le COP più isolate attraverso aviolanci di materiali, viveri, carburante e aiuti umanitari alla popolazione afghana.
 
 
 (Nella foto di Giuseppe Lami personale dell'AM e del Nucleo Avioriforimenti della Folgore mentre caricano il pallet n.1000 su un C130J)
 (Nella foto di Giuseppe Lami il C130J  mentre decolla con il pallet n.1000)
(La fotografia di Giuseppe Lami mostra i pallets mentre vengono espulsi attraverso un complesso sistema dal portellone posteriore del C130J)
(Foto ricordo per gli artefici del millesimo aviolancio nel teatro afghano- fotografia di Giuseppe Lami)

Per gli uomini della Task force Air di Al Bateen, attualmente sotto il comando del colonnello Luca Spuntoni, si tratta come è facile immaginare di un impegno notevole, che si estende senza soluzione di continuità giorno dopo giorno. La TFA  dispone di un complesso sistema di telecomunicazioni e agisce con metodi di gestione paragonabili all’attività di una media compagnia aerea internazionale che schedula i suoi voli "on demand" con in più l’aggravante dei rischi connessi all’ambiente.

Oltre a questo lavoro operativo la TFA indirettamente assolve, grazie all’immagine di efficienza che si è conquistata in questi anni tra "gli addetti ai lavori", anche ad un ruolo di “politica estera” che ha sicuramente facilitato l’apertura di importanti canali commerciali tra l’Italia e gli Emirati Arabi Uniti, che hanno affidato proprio all’Italia la costituzione e la formazione della loro Pattuglia Acrobatica e sono stati i primi acquirenti esteri dell’addestratore avanzato Aermacchi M-346: tutto questo vuol dire commesse industriali attive per il nostro export in grado di assicurare in Patria il lavoro a decine di migliaia di persone per  molti anni.
I numeri di questo encomiabile lavoro, che ci ha rilasciato questa notte durante la nostra sosta prima di rientrare in Italia, l'Ufficiale P.I. della Task Force Air il Tenenente Colonnello Marco Marini, aiutano a comprendere meglio nella loro freddezza la dimensione di questo impegno. Dal 2002 al novembre 201 la Task Force Air ha compiuto 58 missioni Medevac, 9479 sortite con i C130J in dotazione, trasportando 232.810 militari e quasi 48 mila tonnellate di merci con un rateo di efficienza velivoli pari al 93,2%.(a.t.)

domenica 11 dicembre 2011

RITORNO A BAKWA


RITORNO A BAKWA – 5 dicembre 2011

Dall’ultima volta che siamo stati qui a Bakwa sembra siano cambiate poche cose e tra queste la più visibile è il clima. Durante il giorno, sotto il medesimo cielo azzurro e terso dello scorso agosto, è possibile stare in maglietta ma già nel pomeriggio la temperatura inizia a scendere con rapidità e durante la notte il termometro segna diversi gradi sotto lo zero. In tenda in questi giorni di dicembre i 32 gradi condizionati della scorsa estate sono ormai un ricordo, con la pompa di calore che lavora al massimo per portare la temperatura vicino ai 18 gradi.
Questa volta arriviamo a Bakwa da Farah a bordo di due AB 205 italiani dell’Aviazione dell’Esercito che nonostante gli anni svolgono ancora bene il loro lavoro, operando in questo angolo di mondo dove gli elicotteri non sono mai abbastanza e l’AB 205, molto meccanico e poco avionizzato, pur impegnando maggiormente l’equipaggio nella navigazione e nella condotta di volo è come il mulo per i vecchi reparti di artiglieria alpina: una garanzia.

Anche il livello di rischio non è cambiato per i soldati italiani che presidiano il distretto di Bakwa, sono cambiati i soldati. Il 186° Reggimento Paracadutisti della Folgore è stato rilevato dal Reggimento San Marco della nostra Marina Militare e davanti al main-gate campeggia un bel cartello rosso con l’effige d’oro del leone della Serenissima Repubblica di Venezia mentre la bandiera italiana, con lo stemma delle 4 repubbliche marinare, è affiancata oltre che dal vessillo del San Marco anche dalla bandiera sarda, bianca e con i 4 mori divisi da una croce rossa. Il Reggimento San Marco opera infatti insieme ad un dispositivo tattico del 5° Reggimento Genio Guastatori di Macomer della Brigata Sassari che, a sua volta, ha il comando di tutti gli assetti militari ISAF dislocati in Afghanistan Occidentale comandati dal Generale Luciano Portolano della Brigata Sassari.
Appena arrivati il Capitano di Vascello Giuseppe Panebianco comandante del San Marco e della Task Force South-East ci illustra la situazione del territorio in cui operano circa 500 soldati tra marò e genieri della Sassari. Questi soldati sono suddivisi tra la COP Ice, un piccolo distaccamento di circa sessanta uomini che presidia il nodo stradale strategico che collega l’altopiano desertico di Bakwa alle montagne del Gulistan e la FOB Snow. La mission della task Force South East è quello di creare e gestire in sicurezza la linea di continuità tra il confine meridionale della Provincia di Herat con quello settentrionale della Provincia di Helmand. In questa linea virtuale la FOB Lavaredo di Bakwa è pertanto particolarmente esposta ad attacchi ed agguati perché ne costituisce il punto di cerniera. A fianco della FOB c’è un distaccamento dell’ANA che rappresenta formalmente il governo centrale e con cui la Task Force South East collabora attivamente per attuare la continuità territoriale.


Oltre ad un’intensa attività di interventi sociali il San Marco, dotato di una cellula CIMIC, ha anche quello ridare sicurezza e speranza alla popolazione di questa zona, poverissima e lontana anni luce dalle risorse sociali ed economiche di Herat, ormai in continuo sviluppo. Proprio per questo motivo questo distretto è la zona più calda di RC-W ed è controllata da ISAF a “macchia di leopardo” tramite i distaccamenti della Task Force South East che cercano di arginare sia la presenza della criminalità organizzata sia quella di diverse bande di talebani che si nascondono nelle montagne che circondano il vasto altipiano. A ridosso della FOB passa la Route 515, chiamata la strada della morte per i continui agguati ed attentati con gli IED ed abbandonata dai mercanti del vicino bazar per le pressioni e le minacce di predoni e talebani che a volte si combattono per il controllo del territorio ed a volte si alleano tra loro per combattere tutto ciò che rappresenta sicurezza, cambiamento sociale e stabilizzazione. Un cambiamento della situazione attuale, con la popolazione dei numerosissimi villaggi sotto la schiavitù della violenza, rappresenterebbe una sconfitta sul piano della credibilità per gli insurgents, come vengono definiti da ISAF tutti coloro che si oppongono alle varie risoluzioni dell’ONU e attuate dalla NATO a sostegno della Repubblica Islamica dell’Afghanistan il cui governo, è bene ricordarlo, è stato liberamente eletto. Dopo una lunga assenza di esponenti del governo centrale finalmente nel distretto di Bakwa si è insediato un giovane vicegovernatore che ha raccolto la sfida di cambiare le condizioni questo territorio, ottimizzando la presenza e le risorse della task Force South East. Prima di lui nessun funzionario governativo aveva accettato di vivere in un luogo come questo, privo di commerci, scuole, presidi medici e attività di qualsiasi genere e dove la vita umana, soprattutto quella di chi lavora per il cambiamento, non vale niente.


Ismael Khan, questo è il suo nome, è diventato l’interlocutore istituzionale del Capitano di Vascello Panebianco ed in pochi mesi le cose hanno incominciato a cambiare e proprio ieri è nato il primo bambino nell’ambulatorio costruito dal nostro contingente e gestito da due medici afghani. La prossima sfida di Ismael Khan è trovare insegnanti disposti a trasferirsi in questi territori per aprire le scuole che ISAF tramite il nostro contingente è pronta a costruire e proteggere. L’arma più potente contro gli insurgents è infatti questa lenta tendenza al cambiamento e la conseguente speranza della popolazione per un futuro migliore. Una speranza sostenuta, alimentata e protetta, qui a Bakwa dal Leone di San Marco e dai suoi marò insieme ai giovani genieri della Brigata Sassari. (a.t.)

LESSICO
CIMIC: Civil-Military Cooperation, cooperazione civile militare, è una cellula reggimentale predisposta, dopo un apposito corso di formazione, a tenere i rapporti con le realtà civili afghane e portare avanti progetti di sviluppo.
COP: Combat Out Post, posto di combattimento avanzato.
FOB: Forward Operational Base, base operativa avanzata.
ISAF: International Security Afghanistan Force, forza di sicurezza internazionale in Afghanistan, sotto il comando NATO ed organizzata in seguito alle varie Risoluzioni dell’ONU sulla situazione afghana.
RC-W: Regional Comand West, comando regionale occidentaledi ISAF che si estende per circa 50 mila kmq di territorio posto sotto il comando militare italiano e composto da militari di 10 nazionalità per un totaledicirca 8 mila uomini. RC-W è la prima Regione Militare afghana ad avere effettuato la transizione lo scorso 22 luglio, cioè il passaggio delle competenze alle Autorità afghane: un successo per l’Italia.
Task Force South East: dispiegamento militare del sud est della provincia di Herat, di piccole dimensioni ma dotato di autonomia logistica ed operativa.