venerdì 6 gennaio 2012

AFGHANISTAN: UN VENERDI' NERO, FERITO ANCHE UN ITALIANO DELLA BRIGATA SASSARI


Questa pomeriggio, 6 gennaio 2012, alle ore 15.05 locali (11.35 in Italia) nel corso di un'operazione congiunta con le forze di sicuezza afghane (ANSF) una squadra appiedata della task force North, su base del 151° Reggimento della Brigata Sassari è stata coinvolta in un'esplosione di un IED. 
L'evento è avvenuto a circa 10 km a nord di Bala Morghab, in un villaggio nei pressi della COP "MONO" (Combat Out Post: Posto di Combattimento Avanzato) nel settore Nord dell'Area di responsabilità italiana, ai confini con il Turkmenistan.
Il ferito, che non ha subito gravi lesioni, è stato immediatamente evacuato a bordo di un elicottero da un'operazione di Medevac (Medical Evacuation) e una volta assistito dai sanitari della FOB "Columbus" ha avvisato personalmente per telefono i famigliari. 
Questa è una conferma di quanto abbiamo espresso in un post precedente: la continua pressione della coalizione italiana nei confronti degli insurgents che operano all'interno del RC-W sta spingendo gli stessi a continue azioni di pressing contro le nostre truppe, un chiaro messaggio a tutti i capi villaggio che sempre più numerosi operano a stretto contatto del nostro contingente per uscire dalla violenza di stampo mafioso dei signori della guerra locali. La vicinanza con il Turkmenistan che è impegnato anche militarmente per impedire l'espansione dell'integralismo islamico dai suoi confini meridionali (controllati dagli italiani) rende quest'area particolarmente pericolosa, perché costituisce un area strategica anche per gli insurgents e i loro traffici illeciti.
E' ormai chiaro che da molti mesi le operazioni degli insurgents, tra cui ci sono anche frange di talebani che a seconda delle situazioni del momento sistematicamente si alleano o combattono gli stessi inusrgents, stanno seguendo una strategia ben precisa alimentata da attenzioni di altre nazioni, tra cui certamente il Pakistan che continua nella sua politica ondivaga  ma anche di agenti dell'Iran, anche se su questo argomento a Kabul e ad Herat le bocche sono cucite.

(La foto di repertoio del Boston.com fa riferimento ad un attentato sucida del 15 dicembre che ha ucciso tre bambini mentre 8 adulti sono rimasti feriti)
Sempre oggi, a sud della provincia di Uruzgon, nella zona controllata dagli Stati Uniti, dove dall'inizio dell'anno sono già stati uccisi 5 soldati della coalizione ISAF 6 bambini ed un adulto sono stati dilaniati da un'esplosione causata da una trappola esplosiva posta all'interno di un cestino dei rifiuti dove i bambini cercavano cibo, altri quattro bambini sono rimasti feriti dall'esplosione. 
Secondo dati dell'ONU l'anno passato oltre 1500 civili sono rimasti uccisi in tutto l'Afghanistan da IED e trappole esplosive. Il portavoce delle autorità di polizia afghane, Farid Aval, ha inoltre dichiarato che 8 bambini sono rimasti feriti in un'esplosione a Trinkot, a circa 400 km a sud est di Kabul.
Sempre oggi, durante un'operazione militare in una zona non dichiarata, durante un'operazione che ha portato alla scoperta di grandi quantità di droga, un militare della coalizione è rimasto ucciso.
Questa recrudescenza degli insurgents è un caso o fa parte di un disegno strategico che ha le sue radici al di fuori dell'Afghanistan? I prossimi mesi, forse, avremo una risposta più precisa. Una cosa è certa, talebani o insurgents che siano, hanno una conoscenza dei simboli religiosi della cristianità (come l'Epifania) ben più profonda di quanto non lo sia nell'occidente cristiano.(a.t.)

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